Questa volta parliamo di chimica.
Un nuovo record si aggiunge ai limiti planetari superati dalla società moderna. È quello dell’inquinamento chimico che negli ultimi anni ha raggiunto cifre vertiginose.

Fonte: The nine planetary boundaries, Stockholm Resilience Center
L’inquinamento chimico ha oltrepassato la soglia di pericolo per la stabilità degli ecosistemi.
È ciò che emerge da uno studio pubblicato a metà gennaio sulla rivista Environmental Science & Technology, in cui quindici scienziati hanno esaminato il tasso di produzione ed il rilascio nell’ambiente delle “nuove entità“, vale a dire, sostanze chimiche provenienti da attività umane, quindi geologicamente “nuove” come plastiche, pesticidi, solventi o inquinanti.
Analizzando i dati a disposizione, gli scienziati hanno rilevato che dal 1950 l’industria chimica è aumentata di 50 volte e che, solo nei dieci anni passati, sono stati introdotti sul mercato più di 70.000 “nuove entità”.
Per la loro persistenza e per la velocità con cui vengono prodotte e disperse nell’ambiente, le nuove entità misurate per la prima volta nella pubblicazione, hanno già superato quello che viene definito nella comunità scientifica “limite planetario”.
Il concetto è stato elaborato nel 2009 da un team multidisciplinare di 28 scienziati dello Stockholme Resilience Centre, coordinato da Johan Rockström.
Consiste nell’individuazione di nove processi alla base della stabilità del sistema Terra, per ognuno dei quali gli scienziati hanno fissato un valore limite oltre il quale gli equilibri ambientali, e con essi la stabilità del pianeta, risultano in pericolo.
Nel complesso, sono stati individuati nove limiti: il cambiamento climatico (la concentrazione di CO2 deve rimanere al di sotto di 350 parti per milione nell’atmosfera), erosione della biodiversità (misurata nella scomparsa delle specie e nella perdita di funzioni ecologiche), modificazione dell’uso del suolo, interruzione dei cicli dell’azoto e del fosforo, utilizzo delle acque dolci (meno di
4.000 km 3 /anno), riduzione dello strato di ozono, acidificazione degli oceani, concentrazione degli aerosol atmosferici e, infine, inquinamento chimico. Già nelle prime rilevazioni del 2015, quattro di questi limiti planetari risultavano superati. Non solo il contenuto di CO2 nell’atmosfera, già oltre i 420 ppm, ma anche i cicli biochimici (azoto e fosforo), l’erosione della biodiversità e l’uso del
suolo. Fino ad oggi, tuttavia, non era stato possibile misurare l’inquinamento chimico globale.
Lo studio pubblicato a febbraio, dunque, non è soltanto una novità assoluta nel campo degli studi ambientali, ma anche energico un grido di allarme: ora che anche il quinto dei nove limiti è stato superato,
l’umanità sta operando al di fuori dei limiti consentiti dal pianeta. Raccomandiamo di intraprendere un’azione urgente evidenziando che, anche riducendo il danno causato, la persistenza delle nuove entità e i loro effetti sull’ambiente continueranno a rappresentare una minaccia per l’intero pianeta.
Gli scienziati prevedono che la produzione di nuove entità triplicherà entro il 2050.
Per saperne di più: il documentario “Breaking Boundaries” disponibile su Netflix, spiega in dettaglio i limiti e gli effetti del loro superamento