Il Regolamento del verde di Roma: un risultato storico fermo sulla scrivania

Il Regolamento del verde di Roma: un risultato storico fermo sulla scrivania

1 Giugno 2020

Con l’inizio della fase 2 Roma riapre parchi, ville storiche e giardini ma, come la maggior parte dei servizi pubblici, il verde urbano dimora in un costante stato di emergenza.
Il primo Regolamento del Verde presentato più di un anno fa come “risultato storico”, giace in attesa di approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina.
È l’inizio di una nuova ripresa o il rischio di un passato che si ripete?

Nato dal coinvolgimento di associazioni, istituzioni ed ordini professionali. Finalizzato ad una gestione del verde integrata e partecipata. 
Il primo “Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano” doterebbe Roma di uno strumento fondamentale per la manutenzione del verde, coordinando in maniera sinergica interventi municipali, comunali, pubblici e privati e coinvolgendo i cittadini come parte attiva del processo.
Firmato dalla Giunta Raggi più di un anno fa, il documento permane in attesa del “si” definitivo dell’Assemblea Capitolina e nel frattempo, strade alberate, giardini, parchi e ville storiche permangono in uno stato di costante emergenza in cui l’intervento è concepito come forma di risoluzione drastica, piuttosto che come manutenzione ordinaria.
Stando ai dati esposti nella Relazione Annuale 2018 dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma, l’anno zero dell’incuria sarebbe il 2014 quando, a seguito Mafia Capitale, il Dipartimento di Tutela Ambientale annullò tutte le procedure per l’affidamento esterno dei servizi di manutenzione.
Anche dopo il ripristino delle gare di appalto, però, il livello di spesa per la manutenzione ordinaria non è mai tornata ai livelli precedenti, sortendo effetti negativi non solo sullo stato di salute del patrimonio verde ma anche sulla fruizione del servizio da parte dei cittadini.
Negli ultimi venticinque anni, il patrimonio verde della città è cresciuto più di un terzo ed oggi gli uffici della capitale gestiscono circa 42 milioni di mq di verde e 315 mila unità arboree. Nel tempo, il numero di dipendenti del “Servizio Giardini” è andato diminuendo a favore di una manutenzione basata su appalti e servizi esterni che, se da un lato avrebbero dovuto rendere più efficace la gestione di superfici estese ed eterogenee, dall’altro ha dimostrato di essere una macchina amministrativa persino più lenta, complessa e poco trasparente.
Dal 4 maggio i parchi, le ville storiche ed i giardini pubblici di Roma accolgono di nuovo i cittadini, eppure, in questa fase di ripresa, non sembra superato il modello di gestione basato su interventi puntuali ed emergenziali.
La qualità del verde pubblico di una città è il sintomo del suo stato di salute, di chi la vive e delle istituzioni che la governano. Per guarire dall’affezione della noncuranza, è necessario considerare il verde urbano come parte integrante del benessere cittadino e, dunque, come un bene da curare, vivere e salvaguardare quotidianamente.

Pubblicato su: Nuovigiorni.net

Link originale dell’articolo: https://nuovigiorni.net/2020/06/01/il-regolamento-del-verde-a-roma-un-risultato-storico-fermo-sulla-scrivania/

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